In teoria una nota musicale altro non è che un simbolo grafico usato per rappresentare un suono, ma ovviamente c’è tutto un mondo ben complesso ed articolato attorno a questa parola, un mondo fatto di valori numerici, frequenze, durata, alterazioni ed altri aspetti che vedremo più avanti e che ci aiuteranno a capire qualcosa in più ed a destreggiarci con più scioltezza quando parliamo di musica e delle sue infinite sfaccettature.
Tutti erroneamente abbiamo più volte detto che le note sono sette e cioè: do re mi fa sol la si, ma questo è accettabile solo se si è bambini piccoli e non si ha nessuna voglia di apprendere o semplicemente conoscere un po’ più a fondo l’affascinante mondo della musica; in tutti gli altri casi è obbligatorio invece sapere che non è cosi, e che sono davvero tantissime le variabili che caratterizzano questo simbolo che utilizziamo per leggere e scrivere musica.
Quali sono le note musicali?
Accennavamo prima alla classica sequenza di note che ci hanno inculcato in testa da piccoli (do re mi fa sol la si ), ma mai effettivamente spiegato o approfondito se non su esplicita richiesta o dietro pagamento come nelle lezioni private. In realtà non si è commesso nessun errore elencandole in questo modo, rispettano infatti esattamente in ordine crescente tutti i tasti bianchi di un pianoforte, ma solo quelli bianchi!
Ed i tasti neri? Cosa saranno mai? Ecco che iniziamo a darci conto che le note non sono più 7, bensì 12! Non è corretto infatti pensare che i diesis ed i bemolle siano semplici alterazioni delle sette note menzionate prima, ma dobbiamo abituarci invece all’idea che sono altre 5 note nuove che completano insieme alle prime una ottava.
Come apprendere a suonare note musicali
Leggere e scrivere musica può sembrare in un primo momento un ostacolo durissimo ed impossibile da superare, ma se ci si applica davvero con continuità e passione potrebbe piano piano addirittura risultare un divertente passatempo per persone di tutte le età.
Tutti i diversi metodi di educazione musicale fondano le loro basi sulla conoscenza del pentagramma e sui simboli grafici utilizzati per scrivere musica secondo antichissime convenzioni; se immaginiamo di tracciare cinque linee orizzontali e parallele (righe), noteremo che sono intervallate tra loro da uno spazio. Ed è proprio su righe e spazi che prende forma un vero spartito musicale, esattamente come lo svolgimento di un tema si fa in un quaderno a righe ed una operazione matematica in uno a quadretti.
Come leggere correttamente le note musicali?
Partendo dalla sinistra verso destra la prima cosa che incontriamo è un simbolo abbastanza grande e stilizzato che rappresenta la chiave di lettura dello spartito musicale; detto così… alla buona e con parole povere ‘se la punta di tale simbolo è rivolta verso l’alto ci troviamo davanti alla famosa chiave di violino, in caso contrario invece sarà una chiave di basso’.
Al primo impatto ne sappiamo quanto prima, ma ci renderemo conto invece, se ci applichiamo un po’, che questa differenza è fondamentale proprio nel suonare ciò che leggiamo; analizzando gli scritti più semplici, e cioè spartiti in chiave di violino, dobbiamo sapere sicuramente che: le righe corrispondono alle note mi – sol – si – re – fa, e gli spazi alle note fa – la – do – mi –.
Ci sarebbero altre tantissime variabili a tutto ciò, ma non basterebbe un libro intero per spiegarle tutte; la cosa più importante resta la passione e la dedizione con cui desideriamo applicarci a fare musica, tutto il resto lo si apprenderà man mano praticando.
In che modo si scrivono le note musicali
Lasciando per un attimo da parte tutti i fattori variabili che si possono applicare ad ogni singola nota (punti, pause, legature di valore, alterazioni modulari etc…) possiamo provare a disegnare un semplice pallino sopra di una riga, facendo in modo che la riga stessa lo tagli a metà; se eseguiamo questa operazione sulla prima riga abbiamo appena disegnato una nota di MI, se invece disegnamo sempre lo stesso pallino nell’interspazio tra le prime due righe otterremo un FA.
Le famose chiavi di cui parlavamo prima serviranno a determinare quali saranno le note che dovranno avere l’alterazione di mezzo tono su (diesis), e quali invece saranno i bemolle, ma qui stiamo già entrando in una sfera più ampia e corriamo il rischio di non capirci più nulla e provocarci un’emicrania di quelle buone, quindi facciamo un passo alla volta ed impareremo poco a poco a leggere e scrivere musica.